CENNI STORICO-ISTITUZIONALI | La documentazione amministrativa conservata dal Teatro alla Scala anteriore alla costituzione dell'Ente autonomo (1920) non si presenta come organica testimonianza di un unico soggetto produttore. Dal 1778 fino all'inizio del XX secolo furono infatti diversi i soggetti pubblici e privati che, assunti compiti organizzativi e di controllo sull'attività della Scala, produssero carteggi e registri interessanti la storia del Teatro.
Documentazione della Direzione degli i.r. teatri, poi Direzione dei teatri comunali di Milano, si trova presso l'Archivio storico civico di Milano, nel fondo "Spettacoli pubblici".
Le carte del Teatro ora nell'archivio privato Borromeo-Arese all'Isola Bella, prevalentemente risalenti al periodo 1776-1794, erano state prodotte dalla rappresentanza dei palchettisti che per prima aveva amministrato il nuovo Teatro, e, rimaste in possesso del tesoriere conte Bigli, dopo la sua morte "furono ricevute in consegna dal conte Gilberto Borromeo-Arese, per deliberazione dei consiglieri delegati".
[espandi/riduci]
Presso l' "Associazione culturale duca Marcello Visconti di Modrone per lo studio della storia dell'industria" (Milano) sono conservati i fondi dell'"Impresa teatrale Visconti di Modrone" (1832-1836) e della "Società anonima per l'esercizio del Teatro alla Scala" (1898-1922).
Nel Museo Teatrale alla Scala si trova un consistente nucleo documentario (1773-1918) di cui tra l'altro fanno parte documenti contabili e giudiziari dei palchettisti. Potrebbe trattarsi di un fondo formato da carteggi della Direzione del Teatro ma anche, almeno per la parte più recente, prodotto dall'assemblea dei proprietari dei palchi. I palchettisti, del resto, verso il 1906 progettavano di istituire con i cimeli di loro proprietà un museo storico della Scala, decidendo in seguito, dopo la fondazione del Museo teatrale, di depositarvi almeno i documenti iconografici degli allestimenti scaligeri (M. Sartorio, Storia del Museo teatrale alla Scala, Milano 1999, p. 45): bozzetti, figurini, disegni di attrezzeria e di arredi di scena dal XVIII al XX sec. Si può ipotizzare che essi trattenessero invece quei documenti ancora rilevanti per la corrente amministrazione, forse consegnati all'Ente Autonomo in occasione dell'esproprio e del definitivo scioglimento del loro organo (1931).
Dal 1921 la documentazione appare meno lacunosa: s'incrementa il numero dei fascicoli di corrispondenza con altri enti, personale dipendente, artisti e maestranze, fornitori, agenzie teatrali, case editrici, discografiche ed altri soggetti. Tra le specifiche tipologie documentarie, si rileva la presenza dei verbali del consiglio di amministrazione, dei registri di protocollo, di conti consuntivi, libri giornali ecc.
Il primo registro di protocollo mostra una gestione documentale particolarmente accurata: del carteggio vengono forniti dettagliati regesti, accompagnati da indici numerici che parrebbero riferirsi ad una attività di classificazione, limitata però ai primi mesi di vita dell'istituzione. Non è stato reperito il titolario, che tuttavia, sulla base delle registrazioni di protocollo, sembra articolato in due parti: una, contrassegnata da numeri arabi, dedicata agli affari relativi alla gestione dell'ente e dell'attività teatrale; l'altra, con numeri romani quali indici di classificazione, utilizzata per i lavori di competenza dell'ufficio tecnico. Si riportano di seguito gli indici di cui si è riusciti ad individuare, almeno in parte ed in via d'ipotesi, alcune materie di riferimento: 2: rapporti con oblatori e banche; 4: contratti e rapporti con artisti; 7: palchi della Corona, rapporti con i palchettisti; I: elettricità (rapporti con AEG); II: strutture del palcoscenico; III: sipario; V: cancelli, serramenti, montacarichi, meccanismi per il tiro degli scenari ecc.
Per il 1985, anno internazionale della Musica, il Teatro manifestò l'intenzione di annunciare la costituzione di una sezione storica di archivio. Nel 1988 fu conclusa l'inventariazione del carteggio dal 1815 al 1975. Restarono esclusi da tale intervento, come indicato in premessa all'inventario, "fascicoli del personale cessato; listini paga, contributi Enpals, denunzie R.M.; trattenute fiscali ai dipendenti e relativi versamenti al fisco; libri giornale, registri di cassa; reversali d'incasso; mandati di pagamento; fornitori, acquisti; contributi di enti pubblici e dello Stato all'EATS; bilanci di previsione e conti consuntivi; inventari; contratti relativi al personale artistico; contratti professionali; rapporti IVA, eccetera".
La documentazione inventariata fu per breve tempo custodita nei locali di Piazza Luigi Ferrari "appositamente ristrutturati per creare il deposito d'archivio e la sala di consultazione. Direttore dell'archivio storico fu nominato il dott. Carlo Mezzadri, prima responsabile dell'Ufficio stampa della Scala". Dopo il 1990, scomparso il dott. Mezzadri, l'archivio venne rimosso da quella sede.
Notizie sulla documentazione più recente, cui va aggiunto quanto, pur precedente al 1975, non era stato incluso nell'inventario Buzzi, è dato da uno scarno elenco di fondi e serie d'archivio, redatto su carta intestata e bollata del Teatro, intitolato "Inventario archivi" e datato 18 gennaio 1993 (agli atti della Soprintendenza archivistica per la Lombardia, fascicolo permanente "X.7 - Teatro alla Scala").
L'elencazione dell'appunto configura, a livello più generale, una suddivisione del complesso archivistico in base al luogo/ufficio di conservazione; quindi una strutturazione della documentazione secondo l'organigramma del Teatro al momento della rilevazione; infine una organizzazione dei documenti in serie di carteggio o particolari; diverse serie appaiono duplicate nell'elenco, probabilmente perché suddivise in una parte versata all'archivio generale e una parte corrente ancora conservata presso gli uffici:
- direzione (fondo comprendente: "archivio generale", a sua volta articolato in serie prodotte da sovrintendenza, segreteria generale, direzione artistica, centri di formazione professionale, uffici promozione, biglietteria, stampa e tecnico; archivio ufficio promozione/relazioni con il pubblico; biglietteria [archivio cartaceo/informatico]; centro elaborazione dati [archivio informatico]; uffici stampa e rapporti con l'informazione televisiva; ufficio tecnico);
- ufficio tecnico (serie: pratiche ufficio, archivio tecnico disegni ecc., atti conservatori immobili);
- direzione artistica (settore articolato nei fondi: segreteria artistica; archivio musicale; direzione ballo; direzione produzione; regia; direttore stabile orchestra; direzione allestimento scenico, con documenti di segreteria direzione, piante spettacoli, archivio tecnico laboratori Bovisa, archivi tecnico-artistici, inventari allestimenti scenici, inventari attrezzi (teatro magazzini), inventari costumi (teatro magazzini), datore luci - piani luce (informatico-cabina), piante piazzati luce, archivio manutenzione meccanica, archivio macchinisti, settore elaborazione costumi/attrezzi, archivi parrucchieri, archivi calzoleria);
- scuole formazione (comprende serie archivistiche di: corsi scenografi, scuola di ballo, voci bianche, scuola di canto);
- microfilm;
- direzione amministrativa (comprendente documentazione di segreteria e atti contabili dell'ufficio ragioneria);
- provveditore/economo (comprendente documentazione di segreteria e atti relativi ad appalti, ordini ecc.);
- direzione del personale (articolato in: archivio del personale dipendente; accordi sindacali; lavoro autonomo artistico ecc.; contabilità);
- fondo interno pensioni.
Il carteggio dell'archivio generale di deposito del Teatro viene tuttora classificato secondo un titolario adottato con ordine di servizio n. 8 del 17 luglio 1973.
La trasformazione istituzionale dell'Ente autonomo pubblico in Fondazione di diritto privato (1997) non ha comportato, in genere, una soluzione di continuità nell'ordinamento dell'archivio e nella gestione documentale.
Alcune serie archivistiche sono state coinvolte nel progetto DAM (Digital Asset Management), partito nel 2000 circa e ancora (2014) in corso, volto alla schedatura analitica ed alla digitalizzazione del patrimonio dei beni mobili della Fondazione: nel 2003 erano già stati riprodotti e descritti 800.000 fotografie, 1.613 lastre storiche, 4.000 bozzetti, 20.000 figurini, 5.000 nastri, 3.400 dat, 5.000 spartiti, 16.000 locandine appartenenti al complesso archivistico del Teatro (oltre ai materiali di magazzino: 45.000 costumi, di cui 120 storici; 80.000 accessori: acconciature e trucco, biancheria, cappelli, gioielli, scarpe; 80.000 attrezzi): cfr. F. Colombo, in Il Teatro alla Scala... 2004 cit., pp. 320-321. Le schede prodotte nell'ambito del progetto DAM sono consultabili, in piccola parte, nel sito internet della Fondazione, che le presenta riunite per spettacolo, senza mostrare i nessi archivistici delle serie cui appartengono i materiali digitalizzati.
Non risultano effettuati scarti sul complesso archivistico prodotto dal Teatro alla Scala, che è stato nuovamente rilevato nel corso dei sopralluoghi effettuati dalla Soprintendenza archivistica per la Lombardia nel 2013-2014. |
PATRIMONIO | Per preservare e valorizzare il suo passato, il Teatro ha realizzato un sistema integrato di gestione del patrimonio: La Scala DAM (Digital Asset Management), che costituisce l’archivio digitale di tutto il materiale disponibile, dal secondo decennio del Novecento a oggi, in diversi archivi, magazzini e caveau.
Si tratta di almeno 24.000 bozzetti e figurini firmati da grandi artisti, tra cui Jean Cocteau, Mario Sironi, Marino Marini, Renato Guttuso, Alberto Burri, Salvatore Fiume, Dino Buzzati, Piero Fornasetti, David Hockney, scenografi e registi come Alessandro e Nicola Benois, Piero Zuffi, Lila de Nobili, Pierluigi Samaritani, Gregorio Sciltian, Luciano Damiani, Pier Luigi Pizzi, Ezio Frigerio, Robert Wilson, insieme a schizzi, disegni e modellini creati per la realizzazione di scene e costumi, ma opere d’arte in sé; di 45.000 costumi firmati da grandi figurinisti come Caramba, Emanuele Luzzati, Vera Marzot, Odette Nicoletti, Anna Anni, Franca Squarciapino, completati da 60.000 accessori tra gioielli, biancheria, calzoleria, parrucche e cappelli; di 80.000 attrezzi di scena.
L’attività del teatro è documentata in 17.000 locandine, e conseguenti cronologie dettagliate, e in più di un milione di fotografie di scena, prove e back-stage. Riguardano i “passaggi” di grandi cantanti, da Maria Callas a Joan Sutherland, da Renata Tebaldi a Giulietta Simionato, da Leyla Gencer a Mirella Freni, da Franco Corelli a Luciano Pavarotti, da Giuseppe Di Stefano a Mario Del Monaco, da Carlo Bergonzi a Plácido Domingo, da Tito Gobbi a Piero Cappuccilli, da Ettore Bastianini a Renato Bruson. Di grandi direttori, da Toscanini a Guido Cantelli, da Victor De Sabata a Antonino Votto, da Herbert von Karajan a Carlos Kleiber, da Gianandrea Gavazzeni a Dimitri Mitropolus, da Carlo Maria Giulini a Claudio Abbado, Riccardo Muti, Daniel Barenboim, Pierre Boulez. Di grandi registi, dai Benois a Pizzi, da Svoboda a Ronconi, da Strehler a Chéreau, da Ljubimov a Carsen. Di grandi danzatori e coreografi, da Ugo Dall’Ara a Mario Pistoni, da Rudolf Nureyev a Paolo Bortoluzzi, da Carla Fracci a Liliana Cosi, Luciana Savignano, Alessandra Ferri, fino a Massimo Murru e Roberto Bolle.
Il lavoro di conversione digitale ha inizio nel 1996 con il Progetto di Salvataggio dell’Archivio Fonico, che fu poi in grado di recuperare circa 5000 nastri di registrazioni scaligere d’opera, balletto e di concerti sinfonici a partire dal 1950. Il trattamento dei nastri, la raccolta delle informazioni e il riversamento su supporti digitali conservati nell’archivio musicale del Teatro sono stati realizzati in collaborazione con il LIM, Laboratorio di Informatica Musicale dell’Università Statale di Milano, e ha consentito il recupero e la conservazione di un patrimonio pari a circa 10 mila ore di musica.
Dal 1998, il progetto di digitalizzazione si è esteso con processo modulare e ha dotato gli archivi del Teatro - in particolare il magazzino costumi e accessori, l’archivio bozzetti e figurini, il magazzino degli attrezzi di scena, l’archivio fotografico e delle locandine, - di un’applicazione informatica “personalizzata” e di tutti gli strumenti necessari per la conservazione dei differenti materiali.
Nel 2006 La Scala DAM è stato collegato con una rete intranet alle postazioni-chiave del Teatro, mettendo a disposizione delle strutture interne la documentazione multimediale del materiale relativo alla creazione, alla produzione e alla documentazione di ogni spettacolo: appunto bozzetti e figurini, costumi, calzature, gioielli, acconciature, attrezzi di scena, manifesti e locandine, fotografie e registrazioni audio. Il tutto finalizzato all’attività quotidiana di ogni settore. |